Madre Chiara Ricci

 

 

 

Madre Chiara, Nina, come veniva affettuosamente chiamata, nacque l’8 luglio 1834 da un’agiata famiglia di Savona. Dopo un’infanzia serena che le consentì un’accurata formazione culturale, dovette assumersi a soli 13 anni la responsabilità della sua famiglia, a causa della morte prematura della madre.



Il 19 marzo 1861 entrò nell’Istituto delle Suore Francescane del Monte a Genova, che l’avevano attirata per la radicale povertà con cui seguivano le orme di S. Francesco.
 Si distinse subito per le sue doti di educatrice capace di instaurare rapporti profondi con le giovani a lei affidate. Venne perciò mandata a Rivalta (AL) come responsabile dapprima delle Scuole elementari e poi in un Educandato per giovani.
Nel 1884 il Signore la chiamò a dar vita ad una nuova famiglia religiosa, le Suore Francescane Angeline, con l’aiuto di un frate minore, P. Innocenzo Gamalero.



Al nascente Istituto, fondato a Castelspina, un paesino in provincia di Alessandria, Madre Chiara comunicò la sua attenzione ai bisogni del tempo: voleva che le Francescane Angeline fossero povere, disponibili e soprattutto vere sorelle in mezzo alla gente.



Morì il 1 ottobre del 1900, provata da dure sofferenze fisiche e spirituali, rimpianta non solo dalle sue figlie, ma anche da tutti coloro che in lei avevano trovato aiuto ed incoraggiamento.

 

Madre Chiara aveva un ideale molto semplice e, allo stesso tempo, molto impegnativo: vivere come Francesco nella povertà e nella gioia per testimoniare a tutti l'amore di Dio accostando la gente nel suo quotidiano, nelle sue gioie e nel suo dolore, e vivendo il servizio ai fratelli come espressione del dono della propria vita.

 

Spinta da questo desiderio di corrispondere a quanto l'amore di Dio aveva fatto in lei, Madre Chiara fu costantemente animata da una grande passione per la vita. È questa passione per la vita che la spinge a farsi carico di ogni bisogno, lì dove c'è il dolore, farsi carico di ogni attesa, lì dove la vita cresce, per portare a tutti un segno della bontà di Dio.

Modo privilegiato per testimoniare la bontà di Dio è per Madre Chiara seminare la pace, vivere gesti concreti di riconciliazione.

Non voleva che il sole tramontasse sulle discordie tra le sorelle o nelle famiglie che si rivolgevano a lei, ma operava perché la pace del cuore e la riconciliazione divenissero realtà vissuta da ogni francescana angelina.

Vivere fraternamente era il suo particolare stile di vita. Madre Chiara viveva e desiderava costantemente la fraternità autentica. Voleva che le sue figlie si sentissero tra loro vere sorelle, nella benevolenza, nell'accoglienza del cuore, nella comprensione reciproca, riconoscendo che l'una è per l'altra un dono, un'attenzione particolare dell'amore di Dio. Voleva inoltre che questo stile di vita fraterno, intessuto di semplicità e di gioiosa familiarità, fosse anche il modo per accostarsi alla gente e per partecipare alla sua vita: essere vere sorelle per tutti, nell'accoglienza del cuore e nel dono della vita.